Dopo anni di attività nel campo della formazione in azienda, sono arrivata a questa conclusione: la necessità di una nuova filosofia, relativa alla sicurezza sul lavoro. Un approccio innovativo che, per avere successo, non può prescindere da un dato inconfutabile: quanto e come viene percepito il rischio nelle varia attività lavorative.
Si è più volte spiegato in cosa consiste il concetto di informare/addestrare/ formare, ma nelle varie attività (industriali, artigianali e del terziario) a chi viene demandato tale compito?
Normalmente nelle aziende la formazione dei lavoratori viene svolta dal RSPP (Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione), spesso coadiuvato da enti esterni che, prima di procedere vengono edotti sulle realtà operative con cui vanno ad interagire. Nelle PMI, che sono il tessuto organico del nostro Paese, la figura del RSPP spesso è ricoperta direttamente dal datore di lavoro, cui spetta quindi l’obbligo di provvedere personalmente alla formazione dei suoi dipendenti. Voce a parte è la realtà delle grandi aziende, dove invece l’addestramento e la formazione vengono demandati al RSPP coadiuvato dai vari capi reparto per quanto riguarda l’addestramento dei lavoratori alle specifiche mansioni.
È particolarmente in questo secondo caso che sarebbe opportuno valutare la reale abilità dei preposti nel percepire i pericoli e i rischi inerenti alle varie fasi lavorative, perché nella realtà purtroppo, sono proprio queste le figure più reticenti all’approccio sistemico del problema sicurezza, adducendo che l’elemento determinante per un buon lavoro è solo l’esperienza.
Motivi dell’intervento, analisi della domanda e dei bisogni
È proprio a partire da quest’ultima affermazione, che prende l’avvio il progetto di seguito illustrato. Un intervento mirato che trova motivo nell’esigenza di analizzare ed approfondire la tematica della sicurezza sul lavoro, affrontandola da un punto di vista psicologico-cognitivo e formativo. Il punto focale dell’intervento ricade sul complesso fenomeno della percezione del rischio da parte degli utenti e sulla necessità di una sua misurazione funzionale e di supporto a chi ha il compito di formare i lavoratori stessi (Datore di lavoro/RSPP/Preposto).
Le domande che sottostanno all’intervento, quindi, sono molteplici:
- I lavoratori, compreso colui che li forma e addestra, sono realmente consapevoli dei rischi presenti sul luogo di lavoro?
- La consapevolezza di tali rischi e sufficiente a proteggerli da tali pericoli?
- L’abitudine e l’assuefazione, causata dallo svolgere mansioni ripetitive, provoca un calo di attenzione durante l’esecuzione delle stesse, diventando anch’essa una probabile fonte di pericolo?
- La figura preposta alla formazione è in grado di assolvere alla sua funzione formativa, nei confronti dei lavoratori? E’ quindi in grado di formare in modo adeguato, esaustivo e funzionale, l’utenza sulla corretta percezione dei pericoli sul posto di lavoro?
Finalità dell’intervento
La finalità di questo metodo è quella di rendere finalmente misurabile, con metriche scientificamente testate la percezione reale del rischio negli operatori, addetti alle diverse mansioni, consentendo così di individuare i nessi di causalità tra criticità e verificarsi degli infortuni. Ciò avviene tramite:
- Analisi approfondite e mirate della percezione del rischio: riconoscimento dei punti deboli, delle criticità e verifica di come è percepito attualmente il rischio (CECK)
- Formazione ad hoc (Datore di lavoro/RSPP/Preposto) per una corretta ed efficace trasmissione di informazioni sulla sicurezza.