Può sembrare il titolo di un romanzo di Harry Potter, ma in realtà, questa non è altro che la definizione di un processo messo in atto dal nostro cervello. In Psicologia infatti, una profezia che si auto-adempie si ha quando un individuo, convinto o timoroso del verificarsi di eventi futuri, altera il suo comportamento in modo tale, da finire per causare proprio il verificarsi degli eventi temuti.
Fatta questa premessa, proseguiamo con l’analisi della figura dell’imprenditore moderno, alle prese con l’esigenza di imparare ad affrontare sì crisi e problematiche, ma anche innovazioni, nuovi mercati, nuove tecnologie, e nuove strategie di marketing.
In questo periodo storico e in questo panorama sociale e lavorativo, spesso ciò che domina è la paura. Ma una cosa è sicura: quando ci si trova a pensare in modo ricorrente che “la situazione generale è difficile”, che “i mercati sono in crisi”, che “mancano le risorse e le opportunità”, che “tanto ormai abbiamo già detto e fatto tutto ciò che si poteva fare”…ebbene, davanti a noi si alza un muro.
Non c’è nulla di più pericoloso di un atteggiamento come questo, che ci fa cadere preda della rassegnazione e della paura di agire, che ci paralizza per il timore di dire o di fare cose sbagliate, ci blocca per la prospettiva del fallimento. Lo stato d’animo di chi si trova in questa condizione può essere definito in tre parole: mancanza di motivazione.
Eppure, siamo sicuri che sia proprio la situazione oggettivamente difficile a impedirci di reagire? Che sia una reale impossibilità di prendere una qualsivoglia iniziativa a bloccare la nostra creatività?
La risposta è: assolutamente no.
L’oggettiva presenza di un ostacolo, non è sufficiente ad impedire la sua risoluzione se, in chi deve attivarsi, è presente la giusta motivazione ad agire, la dovuta fiducia in sé stesso e nella possibilità di raggiungere il risultato e centrare l’obiettivo prefissato.
Le vere difficoltà sono dentro di noi.
Vi siete mai chiesti se, all’inizio della vostra carriera di imprenditori, quando avete scelto di iniziare questa sfida, le cose fossero realmente tutte rose e fiori? Non c’erano forse incognite, imprevisti, dubbi e perplessità da risolvere, magari perché arrivavate da esperienze pregresse in altri settori, o passavate da un lavoro dipendente ad uno in autonomia? Eppure, tutto ciò rappresentava uno stimolo, non un ostacolo, e se siete riusciti a proseguire è stato proprio perché la determinazione e la fiducia in voi stessi vi hanno consentito di far avverare la profezia in cui credevate, che vi vedeva vincenti. Al contrario, focalizzare l’attenzione sulle difficoltà, convincersi dell’esito negativo delle proprie iniziative o, ancor peggio, convincersi della loro inutilità, non farà altro che determinare un immobilismo con alto rischio di fallimento, quello che, se ci aveste creduto, non si sarebbe mai verificato.
Quando ci aggrappiamo a spiegazioni troppo generalizzate, per giustificare ad esempio un momento di difficoltà lavorativa, proviamo a riflettere: siamo proprio sicuri che il vivere in una realtà più semplice, ci darebbe quella spinta in più, che nell’attuale momento storico non troviamo? Non è che forse troveremmo altre scuse per evitare di scavalcare quel muro di rassegnazione che ci siamo costruiti?
Sono quasi certa che le scuse le troveremmo comunque, e anche numerose…
L’Intelligenza Emotiva è quella parte della nostra intelligenza che ci consente di lavorare su noi stessi, proprio per evitare di cadere in queste trappole psicologiche. Capire ed individuare i nostri talenti ed i nostri punti di forza, conoscere al meglio noi stessi, ci permette di avere la giusta motivazione “al fare”, la sufficiente autostima per accogliere anche l’ipotesi di portare a casa qualche insuccesso, senza che questo vada a minare l’opinione su noi stessi e la nostra ambizione (condizioni indispensabili per la autoaffermazione). Se riusciremo a interiorizzare il concetto che il nostro talento va sempre e comunque espresso, riusciremo a non fermarci davanti alle difficoltà, a non farci scoraggiare, a “provarci” sempre e comunque, a non restare impigliati nei luoghi comuni persino delle notizie che quotidianamente ci vengono trasmesse dai media. Mettiamoci alla prova, sperimentando anche la minima idea o pensiero che ci balena in testa, senza paura, senza condizionamenti e, soprattutto, senza permettere a presunte condizioni esterne di influenzare le nostre potenzialità lavorative. Rafforziamo con adeguati percorsi la nostra abilità emotiva, sviluppiamo il senso critico che è in noi e soprattutto ricordiamoci che dal nostro modo di considerare i problemi dipenderà la loro risoluzione. Come diceva Henry Ford: “Che tu creda di farcela o no…avrai sempre ragione!”.
E questa non è altro che la profezia che si auto-avvera.