Assistendo a programmi demenziali come quello trasmesso sabato, in prima serata, dalla rete ammiraglia di Mediaset, viene spontaneo chiedersi: cosa spinge persone che non appartengono al mondo dello spettacolo a mettersi alla berlina e a mortificare la propria immagine, pur di diventare protagonisti del piccolo schermo?
Il primo esempio di spasmodica “fame di fama”, lo troviamo nell’antica Grecia, dove un personaggio di nome Erostrato, pur di uscire dall’anonimato e passare alla storia, decise di dar fuoco al Tempio della dea Atena e di rivendicare a gran voce il misfatto, chiedendo a tutti di ricordare chi fosse stato l’autore di cotanto atto. Se siamo qui a parlarne…Erostrato è evidentemente riuscito nel suo intento, ma a che prezzo? La sua ostentata presa di posizione gli costò la vita, a causa della gravità di quanto aveva compiuto. E oggi? Ottenere visibilità ad ogni costo, diventare famosi per le proprie debolezze, per i difetti fisici, per comportamenti inadeguati, rendersi vittime consenzienti di smaliziati aguzzini mediatici non costa certo la vita, ma mortifica la dignità di Persona che ognuno di noi dovrebbe considerare il suo bene più caro.
Possiamo cercare di aiutare chi non coglie questo aspetto importante e soccombe a logiche di mercato che non gli appartengono o non gli sono chiare. Ma con coloro che deliberatamente sfruttano questi meccanismi psicologici a fini di audience ed introiti pubblicitari, che fare? Ebbene, esiste un rimedio strepitoso: il telecomando. Sveglia pubblico!!!