Generalmente non mi occupo di politica, ma in questi giorni non posso fare a meno di riflettere su quanto vedo, sento e leggo su media e social. La riflessione che faccio non è infatti di natura politica, ma è strettamente attinente alla mia professione o meglio riguarda i destinatari diretti della mia professione: le persone.
Mi infonde una immensa tristezza vedere come la storia non ci abbia insegnato nulla. Vico, Bloch, gli antichi Romani….niente. Possibile non ci si renda conto che il “divide et impera” di latina memoria è ancora perfettamente in auge? Davvero non ci rendiamo conto che ci stanno aizzando gli uni contro gli altri spingendoci a partecipare ad una assurda lotta tra poveri con la conseguenza di creare fazioni opposte e scatenate a sostegno chi degli uni, chi degli altri, senza tener conto che siamo tutti vittime di uno stesso dramma? Che senso ha stilare delle graduatorie tra chi va aiutato prima, prendersela perchè viene aiutato un terremotato anzichè un altro o un immigrato al posto di un terremotato? La cattiva gestione della politica e della cosa pubblica ci porta ad azzannarci tra noi, per concedere a chi ci ha portati in queste situazioni di criticità, trasversalmente e a livello mondiale, di continuare a compiere lo scempio che ha sinora provocato. La strategia dell’odio, della diffidenza, del cinismo, ci stanno facendo perdere di vista la centralità dell’essere umano e l’importanza dell’essere umani.
E tutto ciò a vantaggio di chi? Non certo dell’Uomo in quanto tale. Come direbbe per l’appunto Gian battista Vico, << il senso della storia è nella storia e, nello stesso tempo, fuori di essa: gli effetti delle azioni vanno sempre oltre l’intenzionalità specifica degli uomini; l’uomo fa più di quanto sa e spesso non sa quello che fa.>>